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Come stimolare la creatività? Studio a cura di Alessandro Antonietti, Direttore servizio di psicologia dell’apprendimento e dell’educazione dell’Università Cattolica di Milano
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Casa Disney più familiare ed educativa

25/09/2007

L’occasione è il lancio in Dvd del nuovo film ‘ i Robinson’. La notizia, un ‘more’. Ossia l’arricchimento del posizionamento Disney, perché oltre a ‘movie' e 'magic’ da adesso c’è qualche cosa in più, come spiega a youmark Fabiola Bertinotti, senior of public relation & corporate alliances Walt Disney Studios Home entertainment. Tornano in pole position famiglia e funzione educativa. E l’Italia si fa artefice di un’iniziativa tutta sua.

Disney ha un nuovo posizionamento. ‘Movie, magic and more’. Più che nuovo, dunque, verrebbe da dire ‘allargato’. Meglio, specificato, visto che la stessa Bertinotti tiene a sottolineare come il perno si sposti sul valore di un entertainment capace di ‘educare’. 

Una sorta di responsabilizzazione del brand, che torna a parlare ai genitori, anziché percorrere la scorciatoia di una comunicazione senza mediazione direttamente rivolta ai più piccoli, con tutti gli escamotage che una simile direzione potrebbe permettere. L’esordio è più che chiaro nella campagna di comunicazione scelta per il lancio in Dvd del recente ‘i Robinson. Una famiglia spaziale’. Si tratta non solo di informare, ma anche di concretizzare il senso del film in azioni reali.

Tra queste, un’iniziativa tutta italiana, nata dalla collaborazione tra Walt Disney Studios Home Entertainment e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Si tratta di una ‘mini guida’ alla creatività, una sorta di vademecum pratico per i genitori, contenuta nel Dvd ‘I Robinson’ e scaricabile nella versione integrale dai siti www.unicatt.it e www.disney.it

La guida è nata dalle evidenze di uno studio curato dal professor Alessandro Antonietti, direttore servizio di psicologia dell’apprendimento e dell’educazione dell’Università Cattolica, con il coinvolgimento di 300 insegnanti attorno al tema ‘Bambini Inventori. Come stimolare la Creatività’. Alla sua presentazione, avvenuta sabato 22 settembre, è seguita una tavola rotonda multidisciplinare che ha inteso fare il punto su un concetto di creatività trasversale, capace di omogeneizzare i paradigmi del suo definire la differenza. Di qualsiasi argomento, materia, specializzazione o finalità si tratti.

Ne hanno preso parte Roberto Giolito, designer ‘inventore’ della nuova Fiat 500, Danilo Gallinari, cestista ‘fantasista’ della Armani Jeans Olimpia Milano, Stefano Centomo, cantautore e interprete delle musiche italiane del film, Annamaria Testa, esperta di comunicazione e innovazione, Claudio Giorgione, curatore dipartimento ‘Leonardo Arte e Scienza’, Museo della Scienza e della Tecnica, Milano, Alberto Granato, docente di anatomia umana Università Cattolica, Marco Romanelli, architetto e critico, Luciano Cerioli, ricercatore e formatore Irre Lombardia, Enrica Giordano, docente di didattica delle scienze Università Bicocca, Anna Bonel, operatrice culturale e insegnante di recitazione specializzata nell'ambito dell'età evolutiva.

Il processo creativo parte sempre dalla curiosità, per attraversare poi un desiderio che si fa passione, dunque sfida, impegno. Il fallimento fa parte del gioco, ma a vincere è la perseveranza, la capacità di apportare variazioni, di immaginare, di avere ancora fiducia. Interessante sapere come alla base della creatività vi sia la metafora del ‘girare’ del cambiare prospettiva

La cosiddetta teoria matematica degli ‘attrattori’, egregiamente esplicitata dalla visualizzazione di una pallina buttata in un catino. Non si conosce la traiettoria che seguirà, ma di sicuro finirà per fermarsi. Lo stesso vale per le idee, che troppo spesso rischiano di seguire percorsi prevedibili. Per cambiarne il corso, invece, occorre agire destabilizzando. Per esempio allargando il catino. Oppure rimpicciolendolo, o capovolgendolo, o addirittura distorcendolo. 

Secondo Marco Romanelli sono due le cose fondamentali da tenere a mente:
1) Occorre saper vedere. Ogni progetto creativo non è illuminazione ma processo. Se non si sa vedere non si sa cercare.
2) Il progetto è negazione. Bisogna denunciare quello che non va per allontanarsene.

Difficile dire da dove parta la scintilla. Come suggerisce Giolito, prendendo in esame il settore che lo riguarda. Il lavoro nell’auto, infatti, è di tipo modulare, ossia vengono studiati modi diversi di assemblare e lavorare parti già esistenti. Fortunatamente si è tornati a parlare di design e non più di stile, nel senso che si lavora per trovare soluzioni, non solo per rendere più esteticamente accettabile quanto era stato definito a livello ingegneristico. Non a caso, la nuova 500 ha richiesto tre anni e mezzo di lavoro. 

Concludendo vale la pena di citare l'ottica presentata da Annamaria Testa. La creatività, pur avendo mille differenti forme, è sempre uguale a se stessa per atteggiamento mentale. Insoddisfazione, tensione, voglia di cambiare un pezzetto di mondo. Una frustrazione che chiede di essere superata. Molta fatica, incertezza, smarrimento, solitudine, ossessione, e comunque desiderio di andare sempre avanti.

 

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