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Pier Silvio Berlusconi
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Mediaset: non dite che non c’è concorrenza in tv, ma la generalista resta il modello vincente

24/03/2011

Anche in termini di ascolti. La frammentazione, insomma, sembra aver già sparato le sue cartucce migliori (lo switch off è all’85%) senza che il fatto scalfisca la generalista, unica a garantire audience intorno al 20% (per la precisione, Canale 5 è leader nel target commerciale 15-64 anni, con il 20,5% in prima serata e il 20,1% nelle 24 ore), lasciando ancora parlare di potenziale economico. Puntando soprattutto su intrattenimento (costa meno delle fiction, è più flessibile e pubblicitariamente redditizio) e fiction, non più sui film (prima che arrivino sul piccolo schermo la gente ha già avuto più di un’occasione per vederli). Forte quest’anno dell’esordio dei pacchetti in abbinata alla digitale terrestre (ascolta Pier Silvio Berlusconi in merito alla concorrenza Sky sul digitale free). Che hanno portato la raccolta di gennaio al +4,7% (lo racconta al microfono di youmark Giuliano Andreani, ad Mediaset e presidente e ad Publitalia '80, intervistato, ieri a Cologno, in occasione dell’incontro di presentazione del bilancio 2010 alla comunità finanziaria). 

Contro un marzo (ma già febbraio rallentava visto che il primo bimestre 2011 è a +2%) che risente degli ultimi avvenimenti di cronaca (l’agenzia del nucleare ha sospeso la campagna, mentre la crisi libica lascia il mercato col fiato sospeso). Tanto da far prevedere un 2011 clone del 2010, ma all’incontrario. Ossia, le maggiori soddisfazioni arriveranno nel secondo semestre, potendo già contare su un aprile di risveglio, con campagne prenotate. Anche perché il mercato è cambiato e gli investitori non si lasciano condizionare nemmeno dai grandi eventi, vedi Festival di Sanremo che non ha avuto strascichi sulla raccolta Mediaset. 

Continuando a credere nella specializzazione e nel new business, avendo di conseguenza adeguato la struttura commerciale, oggi presente capillarmente sul territorio (241 i nuovi clienti, per 81 milioni di euro di fatturato). A trainare i budget settori come la moda e la cura della persona, che migrano dai periodici alla tv, allettando con presenze prima inusuali. Ma anche la grande distribuzione spinge maggiormente (definita la pianificazione della francese Leroy Merlin). Tengono le telco. Attesa di nuovo turgore per l’auto, in vista dei lanci (Fiat in testa) della seconda parte dell’anno. 

Sul fronte digitale (Digitalia nel 2010 ha segnato + 67% a quota 112 milioni di euro), la raccolta nel free cresce del triplo, contro il doppio del pay. Che oggi guarda agli abbonati (a marzo sono 1 milione e 900 mila), più che alle tessere. Per entrambi, comunque, previsto il lancio di nuovi canali (30-40 i milioni che verranno investiti per quelli pay). Già on air i documentaristici pay, mentre a primavera potrebbero esordire tematici dedicati a film e serie, credendo, comunque che il futuro del pay stia in eventi sportivi e tv non lineare, come dimostrano i 200mila abbonati che hanno già aderito alla Net Tv. Nel free, invece, al via ‘All News’ (più che canale sistema, visto che girerà su tutti i supporti). Ovviamente per esigenze editoriali, meno di business. Al quale penseranno ulteriori lanci dedicati a target commerciali, tra cui, in autunno, un canale per i giovani maschi, una sorta di interfaccia con fiocco azzurro de La5.




 

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