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Diego Masi, presidente AssoComunicazione
Lorenzo Strona, presidente Unicom
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Ma vi sembra possibile? AssoComunicazione/Unicom, la trattativa salta per dichiarazioni alla stampa

25/02/2010

Che dire, da restare a bocca aperta. Probabilmente in era multimediale telefono e mail appaiono banali, per non parlare di incontri face to face, ma di certo il perché l'accordo salta fa riflettere. Concludendo che l'unica plausibile risposta sia la mancanza a monte di volontà e interesse per giungere a quella soluzione da tempo ventilata. E quindi ogni scusa è buona.

Veniamo infatti a sapere, tramite comunicato stampa, che Il Consiglio Direttivo di AssoComunicazione, preso atto delle dichiarazioni rilasciate dal presidente di Unicom Lorenzo Strona a Daily Media, ha deciso di lasciar cadere ogni trattativa per la prospettata fusione

Ovviamente non è mancata la replica di Unicom (potete leggere i testi integrali qui sotto). Per il resto non ci sembra ci sia altro da aggiungere, se non che vicende come queste contribuiscono ad accreditare le opinioni, non sempre benevole, che in non pochi (estero compreso) hanno del  comparto della comunicazione nel nostro paese. Nonostante gli sforzi per attribuirgli un'altra immagine.

Insomma, leggendo il botta e risposta Masi-Strona ci sembra proprio una questione di lana caprina. Con tanto di reciproco invito a tornare sui propri passi. Ma se all'interno di associazioni che rappresentano la comunicazione fatica la chiarezza, come si può pensare di riuscire a trasmetterla fuori?

Il testo integrale del comunicato stampa emesso da AssoComunicazione
- Il Consiglio Direttivo di AssoComunicazione, preso atto delle dichiarazioni rilasciate dal Presidente di Unicom Lorenzo Strona a Daily Media, ha deciso di lasciar cadere ogni trattativa per la prospettata fusione AssoComunicazione Unicom.

I presupposti alla base della volontà di fusione erano collegati infatti, oltre che all’opportunità politica di creare un’unica rappresentanza per tutta la industry, anche alla necessità di rapidità del processo di confluenza per poter fronteggiare insieme il momento di difficoltà in cui versa il settore della comunicazione.

Non a caso i Presidenti delle due Associazioni, Lorenzo Strona e Diego Masi, nel comunicato congiunto del luglio 2009 che sanciva la volontà comune di affrontare insieme questo percorso, avevano sottolineato che la fusione avrebbe dovuto avvenire entro la fine di quello stesso anno come stabilito dai due consigli direttivi.

La decisione unilaterale di Unicom di rinviare addirittura al 2011 l’eventuale fusione rende impraticabile il proseguimento di ogni trattativa e mina le certezze alla base del negoziato in atto tra le due commissioni paritetiche, perché appare ormai poco credibile la volontà di dar vita a un’unica rappresentanza in tempi ragionevoli.

“Sono stupito e anche dispiaciuto per la dichiarazione di Strona - commenta Diego Masi. - Questo continuo rinvio dell’obiettivo non permette di portare avanti una trattativa serena. Sono ancora convinto che la rappresentanza unica sia un obiettivo da perseguire. Con un negoziato anche forte, anche duro, ma veloce come i tempi e la difficoltà del mercato dettano. Ho sottoposto la situazione al Consiglio Direttivo che all’unanimità ha deciso di bloccare ogni ulteriore negoziato”. 

La replica di Lorenzo Strona, presidente Unicom
Trovo sorprendente l’esercizio di dietrologia che traspare dal comunicato di AssoComunicazione, nel quale ritrovo un’interpretazione piuttosto curiosa del mio pensiero, che è, e rimane, quello correttamente riportato, al di là della titolazione un po’ 'forte', nel pezzo di Vittorio Parazzoli. 

Sono infatti convinto che la creazione di un nuovo soggetto associativo - e non un’incorporazione di Unicom da parte di AssoComunicazione - sia un’operazione complessa che richiede tempi ben superiori a quelli auspicati da Masi. Costituire un soggetto unico, rappresentativo dell’intero comparto, muovendo da realtà diverse quali sono oggi le due associazioni in questione, comporta la definizione di regole e modalità operative condivise su una serie cospicua di questioni quali l’ammontare ed i criteri di attribuzione delle quote associative, le modalità di erogazione dei servizi (Unicom a differenza di AssoComunicazione li somministra tutti gratuitamente), l’organizzazione o meno della base associativa per aree di specializzazione, la definizione del modello di governance. 

Senza dimenticare alcuni nodi da sciogliere, come ad esempio l’appartenenza a due diverse Confederazioni nazionali (Confcommercio/Confindustria). Infine bisogna provvedere ad una serie di importanti adempimenti obbligatori quali la definizione di un nuovo Statuto e di un Codice Deontologico, la convocazione di Assemblee Straordinarie per l’approvazione dell’operazione, l’eventuale messa in liquidazione delle attuali realtà associative, ecc. 

Mi pare del tutto ragionevole sostenere, come ho dichiarato nella citata intervista, che questi passaggi implichino un impegno che molto difficilmente potrebbe essere assolto in pochi mesi. Non ho la reputazione di pessimista ad oltranza, mentre mi pare di poter dire che chi è convinto del contrario si dimostra eccessivamente ottimista. 

Ad ogni buon conto prendo atto della decisione assunta oggi dal CD di AssoComunicazione, anche se mi auguro che questo orientamento possa essere oggetto di un ulteriore ripensamento, nell’interesse delle imprese di comunicazione e dell’intero comparto.




 

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