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Tomasetto/Dove: la chirurgia plastica non fa per noi

28/03/2008

Sembra che realmente le promesse siano mantenute. Almeno a fronte del risultato che mostra un italiano su due usare un prodotto Dove. Un brand apparso nel nostro paese nel 1989 e che nel 2007 ha raggiunto i 130 milioni di euro di fatturato, obiettivo confermato anche per l’anno in corso. Con la comunicazione ad aver fatto parlare non poco di sé, incentrando i messaggi sul valore dell’honest beauty, ossia di una bellezza autentica e vera.  Contestualmente al lancio dei nuovi roll on, avvenuto ieri a Milano, youmark ha intervistato Verena Tomasetto, responsabile marketing Dove. 

C’è capovolto e capovolto. Per dire che qui non si tratta solo di packaging, ma di tecnologia. The Spider, per la precisione, ossia un invisibile meccanismo inserito all’interno del roll. Con il vantaggio di eliminare i residui, regolare il flusso di prodotto in uscita, evitare la secchezza. 

Innovazione, dunque. Argomento cui Dove dedica i suoi sforzi, perché per valere deve essere funzionale, non solo emozionale, per migliorare in qualche modo il servizio al consumatore. Che ne deve avvertire realmente il vantaggio. 

Perché l’ottica è sempre quella dell’onestà, con la comunicazione a giocare un ruolo fondamentale nel lanciare la promessa, che il prodotto deve saper poi mantenere. Anche nel caso dei nuovi deodoranti. Con le campagne a ragionarsi in seno alle diverse piattaforme definite dalle differenti linee, anziché concentrarsi in un'unica azione comune, che parli di tecnologia.

Senza dimenticare che il 2008 ha anche visto il lancio dei nuovi deodoranti ‘Pro Age’, perché pure il sudore invecchia. 

In quanto a libertà strategica, infine, i marchi globali non lasciano scampo. Seppur in Dove l’Italia millanti un rapporto ‘privilegiato’ con l’internazionale, tanto da aver ‘spuntato’ un nuovo prodotto tutto per sé, che è poi la linea Talco.

 

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