Sei in: Youmark > Rubriche > Interviste
Giorgio Borgognoni, marketing manager Tailor e fondatore del 4T, Tecnologicol Textile Trend Team
rss

Borgognoni/ 4T: soluzioni di nicchia per la massa

12/02/2008

Fare sistema in nome dell’innovazione. E’ questo l’obiettivo di 4T, realtà del mercato dell’articolo sportivo. Anche per ‘dominare’ la dinamicità, ma soprattutto per sottolineare come necessità di pochi possano solleticare la massa, rivitalizzando gli acquisti. Senza dimenticare come l’Italia punti troppo al fashion che, si sa, non può che essere effimero. Youmark ne parla con Giorgio Borgognoni, marketing manager Tailor e fondatore del 4T, Tecnologicol Textile Trend Team.

Il team di ricerca 4T fa capo ad Assosport. Dunque del suo lavoro si avvantaggiano tutte le aziende che viaderiscono. 

Come mai questa scelta, perché non puntare sul vantaggio competitivo dell'innovazione, lasciando a ogni realtà il compito di sviluppare le sue ricerche, così da renderle fattore differenziante?
“La definizione che il 4T ‘fa capo’ ad Assosport è un po’ fuorviante. Nella realtà il Technology Team raggruppa una decina di aziende che hanno deciso di lavorare insieme nel mondo dell’ innovazione in particolar modo nel campo dello sport. 

L’ ingresso ‘in gruppo’ in Assosport è stato fortemente voluto per poter lavorare in una piattaforma esistente in modo strutturato. Nessuno di noi ha l’ardire di volersi sostituire agli R&D delle aziende associate, ma vogliamo solamente mettere al loro servizio la nostra expertise. 

Dalle prime esperienze abbiamo visto che gli uffici R&D italiani sono fra i più evoluti al mondo ma spesso non possono approfondire le loro conoscenze per l’estrema dinamicità del mercato. Noi di contro possiamo andare in profondità sui temi di interesse investendo tempo e denaro, ma soprattutto coordinando i risultati dei nostri studi con quelli di primari Istituti e/o Enti ricercatori. Le nostre soluzioni, inoltre, sono talmente flessibili che gli associati possono declinarle come meglio credono mantenendo, nell’ unicità del tema, il loro fattore differenziante. 

Ecco un esempio. In questo periodo stiamo studiando nuovi sistemi per inserire e togliere il piede dallo scarpone da sci. Nel cassetto abbiamo già diverse soluzioni. Ognuna di queste è valida, ma difficilmente chi sceglierà di adottare un sistema opterà per adottarne anche un altro. Nell’ambito dell’innovazione, dunque, ogni azienda potrà mantenere la propria differenziazione e usarla come arma competitiva”.

In nome del successo, quanto conta l'innovazione di prodotto e quanto la capacità di saperla 'vendere' comunicandola ad hoc?
“In un'ottica di breve periodo conta più il marketing che l’idea, ma nel medio lungo l’idea è sempre l’arma vincente”. 

Il vostro lavoro si concentra anche nella soddisfazione di bisogni di particolari nicchie, esiste una soglia che fa di questi 'piccoli' target un mercato appetibile? Quanto, come e quando vale la pena investire se in gioco ci sono interessi di pochi?
“Se la ricerca è rivolta al benessere non c’è una soglia minima. Chi innova è sempre un sognatore e pertanto spesso ci si innamora di progetti che possono riguardare nicchie anti-economiche ma a cui si è ‘affettivamente’ legati. In linea generale, però, più che cercare soluzioni per le nicchie, cerchiamo soluzioni di nicchia per la massa. 

Ad esempio, chiunque abbia fatto un mezza maratona sa cosa vuol dire ‘il sanguinamento’ del capezzolo per l’attrito con la maglia. I corridori si cospargono prima della corsa con unguenti e oli o vaseline per proteggersi, ma spesso il disagio si manifesta nel bel mezzo dello sforzo. Esistono ormai almeno due  o tre soluzioni tessili per ridurlo, ma nessuno ci ha ancora investito perché non sembra, per chi non ha mai corso, una cosa importante. In realtà è un tema extra appealing per il consumatore, che può facilmente spostare, nel medio, le abitudini e le preferenze di acquisto". 

Qual è la vostra opinione sul mercato dell'abbigliamento sportivo in Italia, contrapponendo la situazione nostrana a quella dei paesi esteri e sottolineando quelli più all'avanguardia?
"Negli ultimi anni ci si è troppo innamorati del fashion che sembrava la panacea a tutti i mali. In realtà così non è, anzi la scelta ha esposto molte aziende all’effimerità del mercato modaiolo, dove una marca ‘in’ in sei mesi può diventare assolutamente ‘out’. All’ estero, invece, in molti casi ci si è concentrati maggiormente sul bisogno degli atleti, studiando capi tecnici che risolvessero le crescenti maggiori esigenze di sicurezza e comfort. 

Pensiamo all’avvento degli sci Carvin. Ha avvicinato tantissimi neofiti a questo sport rendendolo più facile. Il problema è che la posizione che si adotta in curva porta a spostare il baricentro in modo progressivo ma violento in un punto prossimo al ginocchio. In teoria gli sciatori over 30 e non allenati dovrebbero sciare con una ginocchiera di sostegno per non avere inconvenienti. All’estero si cominciano a vedere produzioni di pantaloni da sci elasticizzate nella parte centrale, addirittura in alcuni casi con tessuti shock absorber tridimensionali. In Italia, salvo pochi casi, si sta ancora lavorando sulle stampe e l’estetica di pantaloni rigidi”. 

Come si comunica il prodotto per lo sport, che peso hanno advertising, eventi, ufficio stampa, punto vendita, sponsorizzazioni, internet?
“Un peso fondamentale per ‘acculturare’ il trade, un ruolo importante per il consumatore, che finisce per fidarsi sempre più dell’amico o dell’istruttore che del commesso, a meno che non si dimostri veramente all’altezza”. 

In Italia per le aziende è possibile fare squadra, rete, sistema? Alla luce della vostra esperienza, su cosa il nostro paese dovrebbe puntare per garantire lo sviluppo dell'innovazione all'interno delle imprese?
“Il 4T è il tipico esempio di come sia possibile fare squadra. Nonostante in riferimento alle soluzioni proposte i nostri membri siano concorrenti, non si è manifestata fino ad oggi alcuna crisi, anzi, succede si riconosca la tecnologia del concorrente migliore. Inoltre, le sinergie create hanno permesso a tutti gli associati di crescere nel 2007, nonostante sia mediamente stato un anno horribilis”.

 

guarda tutte le Interviste


Giorno Settimana Mese