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Lucia Ercole/ Saclà: l'arte dell'oliva

21/11/2007

Diamo i numeri. 145 milioni di euro il fatturato consolidato 2006, di cui il 50% prodotto all’estero. 250 dipendenti. 3 filiali, Uk, Francia e Germania. Più di 50 produttori nel mondo. Uno solo il proprietario: la famiglia Ercole che, dal 1923 ad oggi, guida la sua Saclà. E’ proprio da qui che inizia la chiacchierata con Lucia Ercole, assistente commerciale Italia e responsabile pubbliche relazioni, al microfono di youmark. In occasione del lancio dell’iniziativa voluta dalla filiale Uk, e a quel mercato per ora destinata. Un libro per raccontare pittura e cucina, attraverso le ricette di sei regioni italiane. ‘The Painter, the Cook and l’Arte di Saclà’.

Prodotto e qualità alla base di tutto. Perché senza una strategia che punti su ricerca e innovazione non si va da nessuna parte. Tanto meno in un mercato come quello attuale, competitivo al punto che solo la grande passione tramandata di generazione in generazione fa continuare gli Ercole nella tradizione iniziata dal nonno, pur non giurando 'mai’ in merito a eventuali future proposte, che farebbero perdere all’Italia una delle poche aziende rimaste ancora tutte sue.

Così, se negli anni ’50 fu il vaso in vetro trasparente a scatenare il boom, rivoluzionando il concetto di packaging nell’alimentare, e il decennio successivo non fu da meno, proponendo le olive nella busta, ancor oggi prima referenza di fatturato Saclà, le leve di marketing cui guarda il futuro restano le stesse: prodotto, prezzo, qualità, innovazione, comunicazione, unitamente alla ricerca di nuovi mercati di sbocco.

Non eccedendo con la spesa in comunicazione. Incerto, infatti, il 'rientro’ nel 2008, pur annunciando la recente ultimazione del sito internet dell’azienda, a testimonianza del credo in una crescente interattività con il consumatore. Non ancora così sviluppata relativamente ai clienti italiani Saclà, ma che pone le basi per il divenire. Su esempio di quanto già accade oltre manica, peraltro primo mercato estero dell’azienda.

A proposito di comunicazione, poi, oltre a citare l’indimenticabile jingle ‘olivolì….’, naturale interrogarsi sul perché del ‘one shoot’ con il principe Filiberto di Savoia, campagna datata 2002. Semplicemente e meramente ironico il fine. Per sorprendere sfruttando la notizia  del rientro italiano dei reali, anche grazie alla ‘corona’ del logo Saclà e al riferimento al contestuale ritorno in comunicazione dell'azienda. Ma sembra che non tutti i consumatori abbiano apprezzato.

 

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