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Lupi/GQ: dopo Jovannotti e Rossi, sarà donna. E per i 10 anni,10 copertine

30/09/2009

Ma non chiamatela copertina multipla. Perché Michele Lupi, direttore GQ, tiene a sottolineare la sua poca simpatia verso l’espediente. Che significa scelte non forti, creando anche confusione in edicola. Perché si sa, le copertine ancora spostano. E per i 10 anni del mensile, che lui dirige da tre, ci voleva qualche cosa di rottura. 10 dei migliori art director del mondo sono così stati chiamati ad interpretare questo compleanno, movendo dal medesimo brief. Ne sono nate 10 copertine, al debutto da domani. Rimarcando, tra l’altro, l’allergia ai restyling. Un giornale, infatti, deve migliorarsi di continuo. Con GQ a dichiarare di riuscirci. Il suo lettore è un uomo colto, curioso, tra i 30 e i 45 anni, che viaggia. Icone di riferimento? Sempre Rossi e Jovanotti. Tanto che, dopo la loro direzione speciale, il successore non potrebbe che essere donna. 

462 pagine di foliazione, 203 di pubblicità tabellare. Così si presenta in cifre il numero di GQ dedicato al 10° compleanno. Chiamando subito in causa Enrico Torboli, dal primo del mese publishing director GQ e Menstyle.it (era direttore marketing consumer magazines Condé Nast, ruolo oggi cancellato). Il che non significa ottimismo. Anzi, l’anno si sa, è stato duro per tutti. Ma l’aver lottato per la tenuta dei prezzi, unitamente al credo nella qualità, hanno permesso di tenere la testa più che alta. 

Moda, bellezza, auto motive, oggetti personali e fast moving consumer good i settori trainanti. Prova che le marche hanno bisogno di giornali autorevoli per investire. Il che non significa snobbare progetti di comunicazione oltre la tabellare. Purchè dichiarati. Trasparenti. E la strategia paga. Come dimostrano le 56.000 copie vendute in edicola e i 40.000 abbonamenti, veri. Tenendo a precisarlo. Così come l’assenza di gadget e il no agli abbinamenti a quotidiani. Conquistando un pubblico interessante. ‘Maschi che diventano uomini’, per mutuare la campagna di comunicazione voluta dallo stesso Lupi al suo arrivo, delinendo la via del cambiamento. Che ancora oggi è in divenire. Più sexy affascinante, attraente. Ma sempre in senso ‘alto’, con l’ottica internazionale di chi vuole essere riferimento, icona di stile. 

In nome di un'autenticità differenziante. Non a caso, nel riferirsi al tipico uomo GQ, Lupi dichiara di pensare a sé stesso, così come al contempo riconferma Valentino Rossi e Jovanotti quali riferimenti e, invitato a fare un nuovo nome, cita solo Giovanni Soldini. In quanto all’eventuale candidatura a una prossima direzione speciale, dice solo che potrebbe essere donna. Intelligente.

I 10 art director che hanno firmato le 10 copertine GQ 

Alex Trochut - Barcellona
È nato nel 1981 a Barcellona, dove vive e dove ha studiato grafica e design. La sua filosofia non è “less is more” ma “more is more”. Rinomato soprattutto per i suoi caratteri tipografici, tecnicamente ineccepibili, Alex ha lavorato per Nike, i Rolling Stones, British Airways, Coca-Cola, The Guardian e per le più importanti agenzie pubblicitarie del mondo.

Marian Bantjes - Vancouver
Nata in Canada nel 1963, è una designer, artista, illustratrice e tipografa. Dice di sé: «Mi vengono più idee di quante ne riuscirò mai a realizzare. Mi annoio raramente. Ho viaggiato tanto. Odio gli sport, amo la musica, odio il teatro, amo il cinema, odio Disney, amo i fratelli Quay, odio la ricerca, amo fare le cose...».

Experimental Jetset - Amsterdam
Il nome lo hanno preso da un album dei Sonic Youth; sono un collettivo di graphic design, fondato ad Amsterdam nel 1997 da Marieke Stolk, Erwin Brinkers e Danny van den Dungen. Concentrandosi sulle stampe e le installazioni, questo gruppo creativo ha lavorato su progetti dello Stedelijk Museum di Amsterdam (SMCS), Purple Institute, Centre Pompidou, Colette e tanti altri. Nel 2007 molti dei loro lavori sono stati acquistati dal MoMA di New York per essere inclusi nella collezione permanente del museo.

House Industries - Londra
Fondata nel 1994, i caratteri tipografici “sfornati” negli anni da questo gruppo di designer (sono in 16) hanno avuto un grande impatto sul mondo della grafica mondiale; producono anche abbigliamento e accessori vari. In ognuno dei loro prodotti, che siano font o taglieri per cucina, l’attenzione per i dettagli è sempre altissima e la filosofia che li accomuna è la stessa: diffondere “ottimismo tipografico”.
Leonardo Sonnoli - Rimini / Trieste
Nato a Trieste nel 1962, si è laureato all’Istituto superiore per le industrie artistiche di Urbino. È partner dello studio Tassinari/Vetta di Trieste. Cura l’immagine di aziende pubbliche e private e si occupa della comunicazione legata a eventi culturali e del design di libri; ha curato l’immagine della 50ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e l’immagine coordinata della galleria d’arte Cardi Black Box di Milano. Insegna alla facoltà di Design e arte all’Università IUAV di Venezia e all’ISIA di Urbino.

Louise Fili - New York
Da art director della Pantheon Books ha reinventato le copertine dei libri negli anni ‘80. Dopo 200 copertine e una valanga di premi, ha fondato la Louise Fili Ltd, dove ha unito le sue tre passioni: tipografia, cibo e Italia. Per oltre 20 anni è stata insegnante alla School of Visual Arts e ha tenuto delle lezioni sul design ovunque nel mondo. È la donna che ha alzato l’asticella della grafica editoriale, e poi l’ha rifatto anche nel campo dell’immagine dei ristoranti e della grafica dei packaging alimentari. 

Matteo Bologna - New York
Matteo è il fondatore e direttore creativo di Mucca Design, un’agenzia di Branding con uffici a New York e San Francisco. Milanese di origine, ma da molti anni residente negli Stati Uniti, ha creato con il suo team un vasto numero di progetti per clienti internazionali, i cui più noti sono Adobe Systems, Balthazar, Barnes & Noble, BUR, Penguin, Rizzoli, Victoria’s Secret. Matteo è nella board of directors della AIGA/NY ed è il chairman dei Type Salons per il Type Directors Club. 

Milton Glaser - New York
Ha inventato lui l'immagine-messaggio "I Love NY" col cuore rosso. Ma anche il più celebre poster di Bob Dylan (profilo nero e chioma arcobaleno); per lui una personale al MoMA di New York e una al Centro Pompidou di Parigi. Glaser è un pezzo di storia della grafica mondiale, nato nel 1929 a New York. È tra i co-fondatori, nel 1954, del mitico Pushpin Studios. Nel 1968 fonda il New York Magazine, con Clay Felker, e nel 1974 apre la Milton Glaser, Inc. 

Neville Brody - Londra
Nato a Londra nel 1957, dal punk trae la linfa per disegnare i poster di gruppi come Pere Ubu e Human League. Ispirato da Dadaismo e Pop Art, oltre che dal punk, nel 1980 diventa l’art director dell’appena nato The Face. In seguito realizzerà il restyling di The Guardian e di Observer. Parallelamente lavora come art director per l’etichetta Fetish Records e per artisti come Cabaret Voltaire e Depeche Mode. Nel 1987 lascia The Face per passare ad Arena (fino al 1990). Nel 1988 il Victoria and Albert Museum dedica una mostra ai suoi lavori.

Chip Kidd - New York
È un graphic designer nato in Pennsylvania nel 1964. Oggi vive a New York. Le copertine per i libri della casa editrice Alfred A. Knopf (dove lavora dal 1986) hanno generato una vera rivoluzione nell’arte della grafica editoriale americana. Nel 2007 gli è stato assegnato il National Design Award for Communications, il più importante premio del settore. È anche uno scrittore (The Cheese Monkeys e The Learners), ma la sua grande passione sono i fumetti, soprattutto Batman, per i cui albi ha disegnato più di una copertina.

 

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