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Gian Menotti Conti, direttore Ipsos MediaCT, Ipsos Italia
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Radio: dopo Audiradio, il meter di Eurisko o lo smartphone Ipsos? Gara currency nazionale aperta

26/01/2012

Ipsos MediaCT, la divisione media di Ipsos, infatti, ha annunciato ieri a Milano l’arrivo anche nel nostro paese di MediaCell, sistema tecnologico che utilizza lo smartphone di ognuno per misurare gli ascolti radiofonici. Significa che al posto di creare un hardware aggiuntivo, la misurazione meter qui si fa senza meter, grazie a un software che viene installato negli smartphone, rendendoli in grado di captare un segnale del tutto inaudibile che, attraverso una tecnica di encoding proprietaria, viene inserito nel normale flusso di trasmissione delle radio. Si identifica in tempo reale la stazione ascoltata, la piattaforma di ascolto (cioè se il segnale captato provenga da una radio tradizionale, da un sito web, da un podcast) e se l’ascolto avviene in diretta o in modalità ‘time shifted listening’ (cioè in un momento successivo alla prima messa in onda). Insomma, anche per la radio si renderebbe realtà quella rivoluzione che per la tv è avvenuta negli anni ’80 con il passaggio alla rilevazione elettronica. 

Tra l’altro, come a youmark spiega Gian Menotti Conti, direttore Ipsos MediaCT, Ipsos Italia, è importante specificare che MediaCell (il suo sviluppo è iniziato un paio di anni fa in collaborazione con Intrasonics) ha già superato la fase di test essendo in lancio internazionale (attualmente in sperimentazione nel Regno Unito) con l’Italia a mettere a punto il sistema di sponsorizzazioni (Sole24Ore, Rai e Mondadori sembrerebbero aver già manifestato il loro interesse a farsi codificare) che prelude la cosiddetta fase esplorativa (i risultati saranno pubblicati a giugno). Ovviamente dal numero di emittenti aderenti dipenderà anche il costo dei dati che ne deriveranno, puntando l’efficienza a raccoglierne 5-6. 

Non tutti sanno che nessun media nel nostro paese può restare senza una misurazione condivisa. Così, dopo la liquidazione di Audiradio, lì il problema resta aperto. Per legge (la 249 del 1997) è l’Agcom (la nostra è una delle autority più rilevanti al mondo, vantando poteri alla stregua della magistratura. Non a caso, dare false misurazioni è un reato punito con il carcere) che ha a capo la produzione dei risultati di ricerca, avendo poi la stessa delegato le varie ‘audi’ di provvedere in sua vece. 

Ecco perché la delibera di pochi giorni fa ha fatto chiarezza. Essendo impraticabile la via di un’assenza di riferimento per la radio e soprattutto volendo obbligare ogni media a passare alla rilevazione elettronica. Gli istituti di ricerca hanno 90 giorni di tempo per candidarsi alla relativa consultazione apertasi. Ipsos ha già detto sì, proponendosi per divenire la currency nazionale e competendo per ora con la sola Gfk Eurisko, ma sicuramente altri istituti aderiranno nel prossimo futuro. 

In ogni caso, per vedere operativa la decisione finale si dovrà attendere il 2013, mentre per l’anno in corso sembra che la maggior parte delle radio locali e nazionali in modo unanime indichi Radio Monitor di Gfk Eurisko quale sistema condiviso.

 

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