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Publicis si butta alle spalle la sindrome da carrozzone. In accordo col network, investe

27/01/2011

Come dire, la logica finanziaria cede il passo alla visione strategica. Definito, infatti, un valore di risultato accettabile per gli azionisti, il surplus va investito per la crescita. Che in primo luogo significa tornare ad essere attrattivi per i talenti creativi, generando così terreno fertile anche allo sviluppo dei nuovi. In quanto solo la rilevanza si traduce in potere, verso il mercato, i clienti. Che mai come oggi hanno bisogno di essere convinti dell’apporto di valore aggiunto di prodotti di comunicazione distintivi, capaci di fare la differenza. Per le aziende e per il tessuto economico del paese. Sposando in loro nome logiche di remunerazione sui risultati, anche in virtù dell’azzeramento di quelle inefficienze di processo che inutilmente finirebbero per ricadere nel prezzo. 

Al microfono di youmark Daniele Tranchini, ad Publicis, racconta perché e come è convinto di riuscirci.

 

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