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Facebook, Pasquale Barbella e la censura

13/09/2010

Dall’Art Directors Club Italiano riceviamo e pubblichiamo. 

"Da quasi un anno, Pasquale Barbella (past president Adci e Hall of Fame)  aveva dato vita a una interessantissima 'pagina' sul social network FaceBook, dal nome Advertown, alla quale avevano aderito centinaia di professionisti della comunicazione, studenti, intellettuali, giornalisti, amici e curiosi. I contenuti, caricati sia dall’autore che dagli iscritti, riguardavano soprattutto campagne pubblicitarie famose, un archivio che è andato crescendo diventanto una vera biblioteca storica della Comunicazione e un luogo di cultura unico.

Nei giorni scorsi, a seguito di una sola e generica segnalazione da parte di un utente di FaceBook - non motivata da argomenti circostanziati - la pagina è stata rimossa e con essa tutto il suo patrimonio di memoria, commenti, scambio di idee e informazioni sulla storia della pubblicità.

Gli scopi statutari della nostra associazione sono quelli di migliorare gli standard della creatività nel campo della comunicazione e delle discipline ad essa collegate, nonché di promuovere la consapevolezza dell'importanza di questi standard all'interno della comunità aziendale, istituzionale e del pubblico in genere, in Italia e all'estero. Proprio per questo, riteniamo che l’opera svolta da Pasquale Barbella e dagli utenti e collaboratori di Advertown sia meritoria e perfettamente allineata ai nostri obiettivi. Pertanto l’Adci intende sollevare il problema e portarlo all’attenzione dell’opinione pubblica, perché oramai troppi sono i dettagli di questi episodi che lasciano pensare a una deriva di stampo oscurantista da parte di chi gestisce questi nuovi strumenti di interazione, scambio o più precisamente 'libera conversazione' tra le persone.

È infatti di dominio pubblico che altri inspiegabili episodi come questo sono accaduti sul più popolare social network attualmente esistente e che 'normalmente' FaceBook applica degli automatismi che lasciano perlomeno perplessi.

Alla luce anche di questi altri episodi abbiamo ritenuto di non poter far finta di nulla, attivandoci attraverso diversi canali affinché questa vicenda sia risolta.

Attendiamo che da FaceBook arrivino al più presto precisazioni e chiarimenti su chi e perché si sia ritenuto danneggiato - chiarimenti richiesti più volte e da più parti, ma finora disattesi - in quanto l’autore si è già reso disponibile a rimuovere quei contenuti (finora mai precisati) che danneggerebbero qualcuno, ma soprattutto chiediamo che Advertown sia al più presto riattivata".

Marco Cremona, presidente Art Directors Club Italiano

 

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