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Flavio Mainoli, creative director Jwt e giurato italiano a questo Cannes 2010
Rimmel 'Train'
Rimmel 'Airport'
Rimmel Library
Muf - The Strip Poker
Continental Automotive - Van - DDB
Continental Automotive - Camper - DDB
Continental Automotive - Truck - DDB
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Cannes 2010/11: Mainoli, cronaca di una debacle stampa annunciata. Ma è andata meglio

22/06/2010

Nessuna sorpresa. Il nostro giurato press a Cannes Flavio Mainoli, creative director - Jwt Italy lo aveva annunciato. Non si vedevano all’orizzonte lavori italiani degni di un leone. Tanto che riuscire a chiudere la shortlist con ben tre progetti che l’hanno meritata fa tirare un sospiro di sollievo. Felice, dunque, per Rimmel (categoria Cosmetics & Beauty, soggetti Airport - Library - Beauty) e Museo Nazionale del Fumetto (categoria Entertainment & Leisure, soggetti The Strip Poker - The Fart - The Look-Out) firmate dalla sua stessa Jwt (per fortuna che quest’anno a Cannes c’è lei) e per Continental Automotive Trading, di DDB Milano (categoria Other Vehicles, Auto Products & Services, soggetti Truck - Van - Camper), per un totale di 9 soggetti ancora in gara. 

Seppur per loro si tratterà di competizione dura. A dire di Mainoli, infatti, la stampa quest’anno ha voluto dare forti segnali di rinnovamento. Lo stesso presidente di giuria Mark Tutssel, global chief creative officer Leo Burnett Worldwide, ha richiesto che l’ottica di giudizio andasse in questa direzione. 

Premiando campagne in grado di stupire, di colpire inequivocabilmente l’occhio del lettore, di trasmettere qualche cosa, di far riflettere. Concentrandosi maggiormente sulla forza delle idee, considerando l’ottima esecuzione condizione sine qua non, più che plus. Sottolineando come a prevalere sul copy siano state le immagini, nel senso che meno di frequente i lavori esaminati hanno saputo colpire per le parole, seppur quei pochi abbiano comunque meritato l’appellativo di super. 

E pur non esponendosi in merito a possibili vincitori (il lavoro di selezione da fare è stato molto, impegnando non poco la valutazione complessiva), Mainoli sente labili le possibilità italiane. Perché i lavori sono sì buoni, ma a Cannes trovi quelli geniali, fatti di idee dirompenti, in grado di fermare lì il tempo del lettore, tornando a far riflettere su un prodotto, servizio, brand.

 

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