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Paolo Casti, chief strategic officer Clear Channel
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Se ‘non le conosci le eviti’. Ecco il perché della guida alle città media. Da Milano

18/06/2010

Alzi la mano chi compra un giornale per guardare le pagine pubblicitarie O accende la tv per gli spot. O ancora naviga in internet in cerca di banner. A meno che non siate addetti ai lavori e il vostro scopo sia puramente professionale, nessuno dirà ‘io’. Perché allora l’esterna dovrebbe essere pianificata credendo che la gente esca di casa per vedere poster, manifesti, tram brandizzati e affini? Pensate a come può cambiare il senso delle scelte potendo considerare le città come mezzo, veicolo, opportunità. In poche parole, quando le si conosce così bene da integrare il valore degli spazi con ciò che li circonda, con il contesto che li ospita, sapendo dove e come sono collocati e anche perché.

Innegabile che l’out of home è cambiato. La conquista di spazi qualificati al’interno delle città e dei loro centri storici ha permesso innovazione e soluzioni differenti dal passato, alzando l’asticella qualitativa. Ma soprattutto ha creato la necessità di conoscere a fondo queste città media, garantendo pianificazioni intelligenti. Non a caso, Clear Channel propone al mercato la prima guida di dettaglio, scomponendo la sua offerta città per città, considerando esaustivamente le più importanti, quelle prioritarie nelle pianificazioni. Tanto che il prossimo martedì si svolgerà MilanoOoh, un evento per raccontare questa visione, concentrandosi sulle peculiarità del capoluogo meneghino. Nel frattempo, entriamo subito nel merito con Paolo Casti, chief strategic officer Clear Channel.

“Abbiamo voluto partire da Milano perche è una città a suo modo speciale, amata e temuta, per i medesimi motivi. Moda, design, media, comunicazione, senza dimenticare l’insieme di tutte quelle attività che le girano intorno e che la rendono il simbolo della creatività, dell’operosità e dell’efficienza, in Italia e nel mondo.

Qui appaiono chiare alcune fondamentali manifestazioni dell’agire dell’uomo. La costruzione del proprio ambiente, il disegno del proprio ‘abito’, ovvero la rappresentazione di sé alla società e la definizione della propria immagine, vera o inventata che sia. Insomma, la comunicazione dei propri valori verso il pubblico e il privato.

Tanto che la dimensione simbolica e comunicativa di questa città, il suo ruolo di vetrina e palcoscenico, travalica la pura funzione di mercato delle merci, trasformandola in link fondamentale anche per sistemi produttivi a lei estranei, che non si trovano ne qui, ne in Lombardia, talvolta nemmeno in Italia.

Non a caso, l’incontro del 22 giugno vuole parlare di Milano come fosse un quotidiano, una rivista, una trasmissione televisiva. Trattando questa città per quello che vale come palinsesto pubblicitario, in nome dell’efficacia delle pianificazioni che ospita.

Ci è piaciuto affrontarla per quello che è, nei suoi contenuti più veri, comprendendo cosa fa, cosa pensa e chi è la gente che incrocia i nostri spazi pubblicitari, finestre di dialogo tra l’industria della comunicazione e la collettività, ospitate da marciapiedi, muri di casa e palazzi.

Sapendo che, alla stregua di quanto accade per ogni altro media (le persone non accendono la tv per vedere gli spot, non leggono i giornali per leggere le pagine pubblicitarie, non ascoltano la radio per i jingle e non navigano in internet in cerca di banner) ) anche le città sono per l’ooh supporto, veicolo, mezzo, opportunità per trasmettere messaggi. Insomma, le persone non escono per guardare i ‘manifesti’ che ci sono per strada, ma per loro scopi, quotidiani o eccezionali.

Per questo, quando si parla di mezzi pubblicitari non ci si può limitare a considerare gli spazi, fondamentale è conoscere ciò che li circonda, il contesto che li ospita, così come capire dove e come sono collocati e anche perché.

Senza dimenticare che Milano è una ‘Città Laboratorio’. Di qui l'idea di presentare la nostra visione organizzando un incontro laboratorio, MilanoOoh , dove gli interventi dei relatori saranno tematizzati e le parole si appoggeranno a musica e immagini tridimensionali, anticipando la novità della nostra proposta milanese”.




 

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