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Nusinier/Avvenire: la pubblicità discrimina per paura del politico

19/04/2010

Orientamento, s’intende. Con 'Avvenire' a dirsi più che soddisfatto dei traguardi raggiunti. Tiratura media arrivata a 106.000 copie al giorno. Fedeltà dei lettori, ben l’80% delle copie si riceve per abbonamento, nonostante l’aumento del prezzo di copertina a 1,20 euro deciso a gennaio. Qualità, non a caso con tranquillità afferma di essere il giornale della famiglia, anche grazie alle diverse iniziative nel tempo implementate, tra cui, unico nel panorama italiano, il quindicinale per bimbi dagli 8 ai 12 anni. Presenza nel digitale, il sito cresce a ritmi annui del 56%, senza cannibalizzare il cartaceo. Unico neo, la pubblicità. Perché, nonostante le soddisfazioni di un 2009 chiuso a pareggio e dei primi mesi 2010 in crescita del +6%, il cammino da fare è ancora lungo. 

Motivo, le marche sentono di discriminare per paura che la scelta nasconda un preciso orientamento politico. Il che, assolutamente smentito, richiede un’opera culturale, più che commerciale in senso stretto. Non a caso, di due anni fa, la scelta di rivolgersi a una concessionaria completamente dedicata. La Publicinque di Torino. E i risultati stanno facendosi sentire (la raccolta è a quota 4 milioni di euro). Seppur ancor oggi l’adv rappresenti solo il 25% delle entrate di questa casa editrice, contro la media del 50%. 

Ricordando l’imminente avvio della Conferenza episcopale italiana ‘Testimoni digitali. Volti e linguaggi nell’era cross mediale’, che si terrà a Roma il 22, 23 e 24 aprile. Paolo Nusiner, direttore generale Avvenire Nuova Editoria Italiana, ne parla con youmark.

 

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