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Ordine d'arresto per Silvio Scaglia, e Fastweb rassicura

23/02/2010

Silvio Scaglia è ricercato dal Dda di Roma che ha emesso nei suoi confronti un mandato di arresto nell'ambito dell'inchiesta 'Broker'. La misura non è stata ancora eseguita e Scaglia, che si è dichiarato estraneo alla vicenda, risulta al momento latitante.  Sono 56 le ordinanze di custodia cautelare emesse, il tutto per un danno all'erario pari a 365 milioni di euro dovuti a fatture false per 1,8 miliardi di euro.

Scaglia nel 2000 aveva fondato e.Biscom e nel 2004 era avvenuta la fusione per incorporazione di Fastweb, di cui Scaglia è stato ad e poi presidente dal 2003 al 2007. Una volta uscito ha fondato la web tv Babelgum.

Su richiesta di Consob, Fastweb intanto comunica che è stata emessa dall'Autorità Giudiziaria romana un'ordinanza di misura cautelare nei confronti di ex dipendenti e manager di Fastweb Spa (MTAX:FWB): Silvio Scaglia, ex amministratore delegato del Cda di Fastweb Spa, e di Mario Rossetti, ex membro del Cda della società. 

La vicenda giudiziaria, precisa la nota,  riguarda fatti accaduti anni fa (relativi ai periodi d'esercizio 2005-2006), già oggetto di contestazione agli allora indagati, e rispetto ai quali la società si ritiene estranea e parte lesa. I fatti contestati riguardano una presunta evasione Iva, relativa ad attività di alcuni gestori di servizi a pagamento che si sono avvalsi della rete di Fastweb e di altri operatori di telecomunicazioni italiani. 

Oggetto della contestazione è un credito Iva maturato su detti servizi nel periodo in questione, per un ammontare massimo di 38 milioni; è stato disposto un sequestro preventivo di crediti tributari per detto ammontare corrispondente al credito Iva in questione. La Società sottolinea che tale cifra risulta non significativa rispetto all'ammontare dei crediti Iva accumulati da Fastweb sin dalla fondazione. A fronte degli ingenti investimenti effettuati, Fastweb ha accumulato crediti Iva per oltre 800 milioni, che sono stati regolarmente analizzati e passati a rimborso dall'Agenzia delle Entrate. 

Si precisa altresì che l'attività di vendita di servizio di interconnessione internazionale per il trasporto traffico è stata cessata da Fastweb dall'inizio del 2007 e che anche negli esercizi in cui è stata svolta è stata marginale rispetto ai volumi d'affari della società, avendo generato un contributo al margine operativo lordo di circa l'1% negli anni in questione. In relazione a tali accadimenti la società aveva disposto verifiche di audit, effettuati da consulenti interni ed esterni che hanno concluso per la correttezza dell'operato della società. I fatti rilevanti sono stati peraltro estensivamente riportati nelle relazioni al bilancio e comunicati al mercato tramite appositi comunicati stampa. 

La Società comunica che risultano altresì iscritti nel registro degli indagati l'attuale ad della società, Stefano Parisi e due dirigenti della società stessa. E' stata inoltre avanzata nei confronti di Fastweb spa e Telecom Italia Sparkle spa una richiesta di misura interdittiva dell'esercizio dell'attività sostituibile con il commissariamento che sarà valutata dal giudice martedì 2 marzo. L'azienda garantisce la continuità dell'attività ai clienti e ai 3.500 dipendenti e alle oltre 8.000 persone che lavorano per Fastweb.

Anche Telecom Italia ha ricevuto richiesta dalla Consob di diffondere un comunicato recante elementi informativi in merito ai fatti correlati ai provvedimenti giudiziari emessi dal Gip presso il Tribunale di Roma.

Telecom Italia, che in questa vicenda si dichiara parte lesa,informa di aver avuto accesso al decreto dell'autorità giudiziaria notificato alla controllata Telecom Italia Sparkle in data odierna, da cui risulta un'indagine in corso a carico, fra l'altro, di Telecom Italia Sparkle in concorso con numerose persone fisiche, tra cui alcuni dipendenti, sia di Telecom Italia Sparkle che di Telecom Italia, ma sempre in relazione al ruolo da essi ricoperto nella controllata nel periodo di riferimento.

Alla luce dei fatti di reato contestati, il Pubblico Ministero ha richiesto al Gip l'applicazione della misura della nomina del commissario giudiziale ai sensi del d.lgs. n. 231/2001, contestando la responsabilità amministrativa dell'ente per i delitti di associazione per delinquere transnazionale e di riciclaggio internazionale. La decisione sulla richiesta del Pubblico Ministero sarà assunta in sede di camera di consiglio fissata per il giorno 2 marzo 2010.

Il riferimento è a una vicenda nota e a suo tempo fatta oggetto di verifiche e interventi di audit, rispetto alla quale nelle note al bilancio consolidato per l'esercizio 2007 Telecom Italia ebbe a rappresentare che Telecom Italia Sparkle era stata interessata da richieste di informazioni da parte dell'Autorità Giudiziaria. L'oggetto delle indagini era una presunta frode Iva perpetrata da un fornitore operante nel mercato dei servizi di telecomunicazioni di tipo Premium. Telecom Italia Sparkle (oltre a prestare la propria collaborazione alle autorità inquirenti) a scopo cautelativo interruppe i rapporti commerciali con i soggetti indagati.

 

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