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Caterina Spadea
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Nuova imprenditoria al femminile, il caso CaseinItaly.com

05/02/2010

Interessante capirne i ‘contorni di business’. Perché, come sempre quando sul tavolo ci sono idee di imprenditoria al femminile che puntano a una tregua del senso di colpa ‘casa o famiglia?’ l’attenzione va tutta lì. All’idea del come, certi dell’eco che il senso della notizia riesce a garantire. Ma a youmark piace andare oltre. Al di là, infatti, dell’interesse sociologico delle iniziative, con Caterina Spadea, fondatrice di CaseinItaly.com, siamo entrati nel merito della questione business. Ricordando che il fine dell’imprenditore resta comunque l’utile.

I media vi hanno dedicato attenzione. Dando, però, maggiore risalto al vostro essere mamme, che non all'idea di business di CaseinItaly. Ce la spiega?
“CaseinItaly è un sito che offre una vetrina di alloggi per soggiorni in tutta Italia, è un'idea nata dall'esigenza di andare in vacanza con i bambini molto piccoli, per i quali più spesso è preferibile questa sistemazione più che la scelta di una camera di albergo”. 

Quante persone lavorano per CaseinItaly.com?
“Oltre a me, altre quattro donne (Francesca, Myriam, Lilla e Desy), cui si aggiunge
Imma Cusmai, web promoter e responsabile delle regioni Lombardia e Sardegna”

Qual è il modello di business di CaseInItaly.com, insomma da dove guadagnate e quanto siete sino a oggi riuscite a fatturare?
“Siamo in fase di crescita e sviluppo, i guadagni arrivano dagli accordi che prendiamo con i proprietari delle strutture turistiche che ci cedono una piccola percentuale sul loro listino oppure pagano una quota per l'inserzione online”.

Cosa c'è nel vostro futuro, quali gli obiettivi che vi siete poste e gli eventuali nuovi progetti? “Gli obiettivi in questo momento sono la crescita e la conquista del mercato estero. Nuovi progetti sono quelli legati alla realizzazione di un nuovo portale   Vacanzeconbambini.it  pensato solo per le famiglie in cerca di strutture turistiche che offrono numerosi servizi per i più piccoli”.

Pure youmark è nato grazie all’impegno di due donne, madri. E non è facile. Ma possibile. Anche se lavorare in casa, sdoppiarsi, probabilmente significa essere sempre sotto stress. Non pensa ci sia il rischio di fare male l'una e l'altra cosa?
“E' una sfida, fondamentale è l'organizzazione nella divisione del tempo. Si dorme poco, ma chiedo a chiunque abbia intrapreso un'attività imprenditoriale, se ciò non abbia significato fare dei sacrifici, sia esso uomo o donna”.

Che cosa rimpiange del suo lavoro full time in Eni (Caterina Spadea è ingegnere, da anni occupata in Eni). Insomma cosa ha perso e cosa guadagnato oggi?
“Lavoro tuttora in Eni, ma partime. Di certo in questa situazione non posso seguire un percorso di carriera aziendale paragonabile a prima, ma è a casa che miro a raggiungere gli obiettivi professionali più sfidanti”.

'Casa - bottega', è l'unica via perché la donna possa disporre di quella flessibilità che il suo ruolo di madre impone?
“Per il momento sì, finché la società non sarà pronta ad accettare che la mamma, come succedeva in un noto spot pubblicitario, si alzi durante un meeting di lavoro esclamando: ‘scusatemi 10 minuti, è l'ora della poppata’.




 

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