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Cleto Sagripanti, amministratore delegato Manas


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Nadia Ricci, una delle tre testimonial della campagna Manes-Fondazione Veronesi


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L'intervento di Oliviero Toscani alla conferenza stampa di presentazioen della campagna Manes-Fondazione Veronesi
Nadia Ricci
Monica Guerritore
Olivia Toscani
Il soggetto della campagna con il sandalo
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Toscani/Campagna Manas: dite basta alla ‘professione fighe’

04/02/2009

C’è voglia di verità. L’industria della moda deve darsi una mossa. Per uscire dalla crisi occorre cambiare le copertine dei giornali, i modi di presentare i prodotti, quelli di consumarli. Basta con il linguaggio imbroglione. E la provocazione va dritta al cuore dei rotocalchi. Ieri a Milano, in occasione del lancio della campagna dallo stesso Toscani realizzata per Manas - Fondazione Umberto Veronesi, il fotografo non si è risparmiato un attacco al sistema. Partendo dall’assurdità della stampa femminile che non accetta di pubblicare il messaggio all’interno delle pagine della moda, se non per l’esclusiva. Youmark lo ha intervistato. Così come ha avuto il piacere di fare con Nadia Ricci, una delle tre testimonial della campagna, e Cleto Sagripanti, amministratore delegato Manas. 

Tanta la carne al fuoco. Molte le riflessioni sollevate da questa campagna. Che, come di consuetudine quando ad esporsi è la creatività di Toscani, lascia di certo il segno. A più livelli, a diversi strati. Perché per un giornale come il nostro l’interesse è tutto rivolto all’aspetto comunicativo del fatto, ma la sensibilità non riesce ad esimersi dal guardare dentro al messaggio, entrando in primo luogo nel vivo del problema che soprattutto emerge. 

Obiettivo mortalità zero entro i prossimi dieci anni. Perché è possibile grazie alla prevenzione. Ricordando che oggi all’anno la malattia tocca ben 40.000 donne nella sola Italia. Come dire che una su otto può nel corso della sua vita trovarsi a combattere contro il tumore al seno. Con l’ottimismo di sapere che già oggi il tasso di mortalità è inferiore al 5% e che la chirurgia si fa sempre più sofisticata, meno invasiva e più efficace. Attenta ai risvolti psicologici collegati a questa parte del corpo, così intimamente connessa alla possibilità di continuare a sentirsi, di restare donna, in primo luogo di fronte a se stessa. Sapendo che l’unica vera arma è la prevenzione. Assieme alla ricerca. Alla raccolta di dati. 

Non a caso, la campagna nasce grazie a una persona colpita e guarita dal tumore al seno. Nadia Ricci, che in merito scrive una lettera a Toscani. la cui figlia Olivia usciva di recente dallo stesso incubo. E stessa sorte era toccata a Monica Guerritore, terza testimonial. A chiudere il cerchio è ‘la pancia’ di Manas, azienda che produce calzature femminili, che dal gennaio 2007 ha messo nelle mani di Toscani il suo destino comunicativo. 

Il che non significa non pensare al business, ma certamente sentirsi dentro una vocazione al sociale, quale parte del proprio dna. Al punto da voler cancellare dal messaggio qualsiasi riferimento commerciale, persino al settore di appartenenza, puntando tutto sul proprio nome, Manes, e sulla forza della causa. Che trova eco nell’azione studiata per tutti i punti vendita che ospitano il brand. Per loro, infatti, 1.500 kit di spiegazione sui come e perché della Fondazione. Senza dimenticare l’intervento diretto su collaboratori e fornitori, promuovendo a proprie spese i test di prevenzione per ognuna di loro. 

Così, questa campagna fa oggi la sua prima apparizione sulla stampa, nella declinazione dei tre soggetti con le testimonial. Mentre per la seconda metà di febbraio è prevista la pubblicazione dell’ultimo, con la foto del sandalo Manas. Spendendo in comunicazione il 12% del fatturato, che si aggira sui 70 milioni di euro, di cui il 70% imputabile all’estero. E sicuramente credendo in Toscani, pure quando dichiara che gli industriali con cui ha collaborato sono diventati tutti ricchi, forse troppo. Come dire, le mie campagne fanno sempre vendere.

 

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