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Clemens/Ligaris Europe: non fumare è cool. Farlo tamarro

07/11/2008

60 milioni di euro stanziati per quattro anni di campagna. Partiva nel 2005 ‘Help per una vita senza tabacco’, l’operazione voluta dalla Commissione europea per combattere gli oltre 650.000 morti all’anno per fumo, attivo e passivo che sia. Ad aggiudicarsi il progetto un pool di agenzie (Ligaris, Parigi e Bruxelles e Carat global management), definendo l’operazione per tutti gli stati membri dell’Unione, in ben 22 diverse lingue, appoggiandosi ad agenzie locali per la necessaria contestualizzazione territoriale, realizzata attraverso pr ed eventi. Perché ognuno ha una sua percezione del problema. Con l’Italia a meritare il 10° posto per attività contro il fumo. Ieri, a Milano, una conferenza stampa organizzata ad hoc ha esposto il consuntivo dell’operazione. 

Nell’attesa di conoscere, i primi di dicembre, quale sarà l’agenzia vincitrice della nuova gara indetta dall’Unione per proseguire altri due anni nell’intento, youmark ha intervistato Emile Clemens, Ligaris Europe, per sapere com’è andata. 

L’obiettivo era fare di ‘Help per una vita senza tabacco’ un vero e proprio marchio. Agendo su tutti, ma con attenzione particolare ai giovani, dai 15 ai 34 anni. Non a caso si è trattato di un progetto multimediale. Oltre a spot tv, dunque, ampio è stato il ricorso a internet, dal sito www.help-eu.com  al grottesco store online www.nicomarket.com , dai virali a campagne banner, senza dimenticare mobile ed eventi, avendo potuto contare sull’aiuto di uffici stampa e media per diffondere il messaggio. 

Che non ha mai inteso parlare perentoriamente di divieto, quanto trasformare il no in un sì al diritto alla salute, facendo leva sullo stesso meccanismo che porta i giovani ad iniziare. Ricerche, infatti, dimostrano che al primo posto tra le cause è il senso di appartenenza al gruppo, la difficoltà di trovare risposte negative convincenti e auto referenzianti all’invito ad iniziare. Ecco perché la strada giusta è inculcare la moda del non fumo, così che diventi un comportamento cool, figo per dirla alla maniera loro, contro un tabagismo tamarro, out, da evitare. 

Senza dimenticare il riscontro scientifico. Nei quattro anni, infatti, grazie alla campagna sono stati effettuati 340.000 CO test, per misurare il livello di monossido di carbonio nei polmoni, rendendo giustizia alle argomentazioni. Anche perché è sufficiente fumare da 1 a cinque sigarette al giorno per espirare nell’aria un tasso di CO più elevato di quello massimo accettato per la qualità dell’aria (88.5 ppm). 

Veniamo ai risultati dell’operazione. Il 39% degli europei l’ha vista. percentuale che sale al 59% se riferita solo ai giovani. All’’82% dei quali è anche piaciuta. Contro il 75% se la prospettiva si allarga a tutti. www.help.eu.com ha raggiunto 7 milioni di visitatori. Gli eventi organizzati in tutta Europa hanno superato i 1.100 e 1 un cittadino su 2.000 ha partecipato almeno a uno. 6.800 sono stati gli articoli sul tema. Il tasso di CO riscontrato nei non fumatori testati, nel quarto anno è diminuito del 28%. Si è diffuso il concetto di denormalizzazione del fumo. 

Ma il lavoro è ancora molto. In nome dei 100 milioni di europei che ancora fumano. Che nella sola Italia valgono 12 milioni, di cui 1 di giovani tra i 15 e i 24 anni.

 

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